Sono numerosissimi gli artisti del Québec che portano nel mondo la loro creatività e spesso approdano proprio in Italia. Per l’appuntamento di questo mese, abbiamo incontrato l’artista multidisciplinare di Montréal Myriam Laplante, che da molti anni vive qui in Italia. Myriam lavora con la performance, l'installazione, i video, la pittura, la scultura, e i disegni.

Le sue opere sono state presentate in gallerie e musei in Europa, Nord America e Asia e lavora da vent’anni con il collettivo di performance Black Market International.

Per via del lavoro del padre, un pioniere nell’ambito della cooperazione, Myriam è nata in Bangladesh, ma prima del suo primo anno di età la famiglia è tornata a vivere a Montréal, città che considera la sua vera casa. L’artista ha vissuto anche a New York, e, quando è arrivata in Italia, nel 1985, stava decidendo se ritornare a Montréal o fermarsi a New York. Myriam ci ha confessato di non aver ancora preso questa decisione... e per il momento vive in Umbria, nel piccolo comune di Bevagna in provincia di Perugia.

Quando le chiediamo quali messaggi voglia trasmettere attraverso le sue opere, Myriam ci corregge: lei non vuole dettare alcun messaggio, ma piuttosto vuole alimentare delle riflessioni, da cui ognuno è poi libero di trarre i messaggi che vuole. La sua arte e le sue performance nascono da una necessità interiore e dalle sue riflessioni intorno al tema dell’assurdità della condizione umana. La performance che l’ha divertita di più durante la sua carriera è stata probabilmente “The night watch”, realizzata a Malmö, in Svezia, dove ha potuto esprimersi senza alcun limite materiale. Si trattava di una performance monumentale sulla percezione sincrona nella quale lo spettatore si addentrava nella tana del coniglio per partecipare a questo esperimento di realtà simultanea. Un’opera che potremmo definire quantistica, sulla scomposizione e la ricomposizione del tempo. Non a caso la sua è stata definita come “un'arte poetica che indaga e mette in discussione la base della nostra percezione della realtà”.

Durante la nostra chiacchierata, Myriam ci ha anche parlato delle sue impressioni su Roma, dove ha vissuto per molti anni. Roma è una città che ha sempre amato molto, soprattutto quando vi scorrazzava a bordo del suo motorino. Ora, quando vi torna per insegnare performance all’Accademia di Belle Arti, vede la città molto cambiata e trova che sia diventata più sfibrante e questo le mette un po’ di malinconia.

Ultimo aggiornamento: 5 gennaio 2023